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Olio Giusti, Olio Extra Vergine di Oliva biologico italiano.

L'Azienda

Giusti è una piccola azienda agricola con decennale esperienza nella produzione di olio extra vergine di oliva biologico italiano di alta qualità.

Prodotti

Dalle nostre linee di produzione sono state create 2 etichette, Giusti Corniola, proveniente dalla cultivar autoctona Corniola e Incontri Giusti, proveniente dalle cultivar: Leccino, Frantoio e Pendolino...

Certificazioni

L'Olio biologico E.V.O. Giusti
ha il certificato di "Agricoltura biologica". Il processo produttivo è sempre sotto il controllo di personale altamente qualificato...

Fotogallery

Cattura i dettagli...

13 gennaio 2019: Giusti su Rai1

L'azienda Giusti è stata ospite della trasmissione "Domenica in Famiglia" con il prof. Giuseppe Lauro e il dott. Giampaolo Sodano, per discutere del presente e del futuro dell'Olio Extravergine di Oliva in Italia.

14 gennaio 2019: rassegna Evoluzione 2019

Giusti ha partecipato all'evento "Evoluzione 2019: percorsi per l'extravergine di qualità", piazzandosi ai primi 3 posti come azienda più gradita dai visitatori. Per l'occasione sono state selezionate 44 aziende e 82 oli per essere inserite nelle guide "Evoluzione 2019" e "Roma nel Piatto 2019".




25 febbraio 2019
Il giornalista Mimmo Pelagalli ha scritto un articolo su AgroNotizie "Campania, riscoperto l'olio della Corniola". Leggi l'articolo completo cliccando qui.



L'azienda Giusti, con i suoi due oli "Incontri" e "Corniola", ha ricevuto le 4 gocce Bibenda entrando nel ventaglio delle Aziende e Oli di Grande Livello e Spiccato Pregio. Le schede tecniche dei due oli sono presenti nella guida Bibenda 2019.

Ogni cosa è liquida sul Mediterraneo, tutto sembra voler scivolare sui percorsi coloniali antichissimi. Persino i sapori, quando migrano tra sponda e sponda, diventano fluidi, mercuriali. Assumono le forme delle nuove lande conquistate, ma non cambiano mai, perché portano dentro robusti germogli di Terra Madre.

Nulla avvolge la storia più dell’olio, del sapore che ha saputo dare alle conquiste, alla maturazione di un territorio, dopo innumerevoli cambi di dominazione. E in questa terra meravigliosa, tra chiese colorate d’oro e azzurro, monumenti alla potenza dell’Impero romano e sconfinate campagne feraci, l’olio ha trovato la dimensione più adatta, quella che ha bisogno di un respiro più lungo, di tempi larghi per la cresciuta di un’identità fatta di odori e sapori.

Tra Capua e le anse del profondo Volturno, l’oliva ha allargato la sua capacità di rigenerarsi, di migliorare e prendere tutto il buono che una terra le ha offerto. Qui l’olio non è più un liquido, ma sembra essere manto avvolgente di un’identità storica dallo spessore unico al mondo. Vennero i greci a contendersi con gli etruschi le terre per impiantare i primi alberi di quel meraviglioso frutto. Usavano nomi diversi e oscuri per identificare lo stesso straordinario sapore. Qui, a pochi passi dalla piana che fu piazza epica per Spartaco e Annibale, arrivarono le prime lunghe file di agrielaìa, kòtinos, phulìa. Le robuste varietà d’oliva dei greci che si mischiavano alle popolazioni locali, alle tradizioni di una terra già potente di storia millenaria.

L’incontro delle civiltà trovò in questo liquido prezioso e morbido il primo fluido nel quale creare alleanze, sperimentazioni agricole. Intorno alla lavorazione dell’olio, cambiavano gli scenari storici. Ma quel frutto rimaneva immutato. Metteva radici sempre più profonde, cambiando fisionomia a questo territorio, diventava regina di una terra fertilissima e pura.

Con l’arrivo delle piccole colonie sibarite, poi, l’olio capuano divenne poesia pura, tanto da scivolare così come era due secoli prima, direttamente nelle colture dei romani che diedero respiro e razionalità alla coltivazione di questa regina verde.
Il Volturno, deciso come il suo nome, inarrestabile come l’arguzia di chi lo frequentava, sembrò quasi diventare verde per la vicinanza degli uliveti fitti che lo accarezzavano dalle sponde, regalandogli l’essenza di quel colore pregiato.

Vennero i Bizantini a prendersi un territorio fatto di durezza e asperità. Presero nelle mani lo charme nobiliare di Capua e lo resero terra sacra. Dalla lotta dura di un anfiteatro grande quanto una città, l’olio capuano passava nelle amorevoli mani di monaci e agricoltori che sapevano di terre ambrate, dove la cultura greca era diventata davvero come l’olio, passando per i filtri di una raffinata cultura d’oriente.
Le olive di Capua non risentirono nemmeno dell’abbandono medievale, ma riuscirono a trarre nuova linfa vitale da quella brusca era di trasformazioni culturali.

L’olivo resta testimone millenario di secoli scivolati sulla purezza delle colture nella piana intorno al Volturno. Non un albero, ma il simbolo di mutamenti che non hanno scalfito mai la durezza fiera dei tronchi in queste pianure.
E se il prestigio della storia passa per le tracce antiche, l’olivo e l’olio di Capua sono come le scoperte di Tirino o dei palazzi di Micene, dove spuntarono più noccioli d’oliva che resti di vasi antichi.

Perché qui l’olio e la sua lavorazione sono cose iniziate molto prima di costruire anfiteatri e templi, sono magie di profumi e contaminazioni storiche che in questa terra resistono e crescono con passione, pazienza, amore per la qualità di un prodotto che, ormai, assurge ad emblema stesso di questa regione. Perché la storia veloce e distratta non lo racconterà mai, ma tra il tronco d’olivo usato da Ulisse per intagliare un letto nella sua Itaca, l’ulivo nato dal percuotere di Atena e le olive che ancora crescono come il primo giorno nella meravigliosa plaga di Capua non c’è alcuna distanza. Non esiste differenza. Tutto è rimasto intatto come venti secoli fa, quando era il fluido delle olive a profumare questa terra mitica.

Salvatore Minieri

Contatti azienda Giusti

Indirizzo:
Via Casa Cerere, 6
81043 - Sant'Angelo in Formis
Capua (CE) - Italia.

Tel. / WhatsApp:
+39 339 1335658

E.mail:
info@oliogiusti.it